Le risorse necessarie per far fronte e superare i momenti di difficoltà sono dentro ciascuno di noi. A volte però abbiamo bisogno di un aiuto esterno e professionale per riconoscerle e attivarle. Lo stato di sofferenza, di qualsiasi tipo sia, è già un primo segnale da accogliere e a cui dare la voce che merita. Chiedere aiuto significa dare ascolto e valore a quella voce, come bisogno importante e profondo

Chi sono

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Mi chiamo Giulia Del Re, sono psicologa e psicoterapeuta. Mi sono laureata in Psicologia Clinica e di Comunità presso l’Università degli Studi di Firenze e in seguito specializzata in Psicoterapia ad indirizzo costruttivista presso il CeSIPC di Firenze.  Sono iscritta all’Albo degli psicologi della Toscana, n. 4540. Sono inoltre abilitata nel trattamento di specifici traumi all’utilizzo del metodo EMDR (desensibilizzazione e rielaborazione attraverso i movimenti oculari). Lavoro da anni anche nelle scuole, all’interno di progetti e servizi rivolti ad insegnanti e alunni principalmente sui temi della comunicazione interculturale. 

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Ad ognuno la sua strada

Psicoterapia

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Quando ci troviamo a sperimentare una condizione di sofferenza e disagio profondo, a volte in presenza di sintomi specifici, vivendo una sensazione di “stallo” o di ripetitività di alcuni meccanismi, da cui non riusciamo a uscire, può essere utile un percorso psicoterapeutico. La relazione che viene a crearsi con il o la terapeuta offe la possibilità di prendere consapevolezza del proprio modo di funzionare e di sperimentare nuove e più funzionali modalità, riattivando quel movimento interno che era andato incontro ad un blocco. In alcuni casi, in particolare in presenza di eventi traumatici può essere utile il trattamento EMDR (dall’inglese Eye Movement Desensitization and Reprocessing, – desensibilizzazione e rielaborazione attraverso i movimenti oculari): un metodo che si focalizza sul ricordo dell’esperienza traumatica e utilizza i movimenti oculari o altre forme di stimolazione alternata destro/sinistra per trattare disturbi legati direttamente a esperienze traumatiche o particolarmente stressanti dal punto di vista emotivo.

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Stepping stones in water

Sostegno Psicologico

Stepping stones in water

In qualsiasi momento della vita possiamo trovarci ad affrontare una situazione di malessere o di sofferenza, anche profonda, legata ad un particolare cambiamento avvenuto o in procinto di avvenire. Lutti, separazioni, trasferimenti, problemi di salute possono portare a uno stato di sofferenza che a volte è difficile gestire senza un adeguato supporto. Non si tratta di cambiare qualcosa nel funzionamento della persona, ma di sostenerla a più livelli, nell’affrontare un particolare momento della vita, in una sorta di accompagnamento affettivo. 

Counselling

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Ci sono situazioni in cui è particolarmente difficile prendere una decisione o riuscire ad orientarsi per fare la scelta migliore per il proprio benessere; questo presupporrebbe la capacità di essere veramente in contatto con noi stessi e consapevoli di cosa ci fa stare meglio. Non è sempre facile trovarsi in una simile condizione. Per questo a volte è utile un aiuto, limitato nel tempo e focalizzato su obiettivi specifici, che lavora su un’area circoscritta e al momento problematica della vita della persona, aiutandola ad attivare le risorse interne necessarie per affrontare il problema.

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L’approccio costruttivista

Nella prospettiva costruttivista il percorso terapeutico si propone di accompagnare la persona a trovare un nuovo equilibrio che non si limiti alla “sola” risoluzione del sintomo: infatti, lo stato di sofferenza o i sintomi percepiti vengono letti e compresi secondo la funzione che svolgono per quella persona in quel momento e concepiti come “la strada migliore che la persona ha saputo trovare per mantenere un equilibrio interno”, seppur talvolta con un alto costo emotivo. In questo senso la persona viene vista nel suo insieme, nel tentativo di entrare nel suo modo di costruire se stessa e le sue esperienze nel mondo, nella sua complessità e nella sua particolarità.

All’interno di quel luogo, sicuro e protetto, che è la relazione terapeutica non hanno senso le categorie giusto/sbagliato, vero/falso, sano/malato, razionale/irrazionale, in quanto ciò che conta è come la persona ha costruito il significato della propria esperienza. In questo contesto la relazione assume il ruolo del principale strumento di cambiamento, che offre la possibilità di sperimentare modalità alternative di interazione in cui entrambe le persone coinvolte, terapeuta e paziente, partecipano in modo attivo alla comprensione di sé e dell’altro.

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